Dirigente d’azienda a riposo, è appassionato di enigmistica, letteratura italiana del ’900 e napoletanistica. Con la casa editrice Kairós ha pubblicato i testi ’O mellone chino ’e fuoco, Acqua ’e maggio, Le zandraglie, Mannaggia Bubbà, Asso ’e coppe, Chianette e carocchie, Cucozze e caracazze, Figlio ’e ’ntrocchia, Nonna nonna, nunnarella; la raccolta di racconti Sigma più, Venere all’incanto e il romanzo 101 sfumature di eros. Nel 2015 per Guida-Kairós sono usciti Salùtame a sòreta e la nuova edizione, riveduta e ampliata, di Wellerismi napoletani. Nel 2019 pubblica, con Phoenix Publishing, l'esilarante saggio Tomo tomo, cacchio cacchio.
Il turpiloquio, questo linguaggio trasgressivo che riflette i nostri sentimenti più immediati di rabbia, rivalsa, volontà di offendere, ma anche strumento dialettico e persuasivo, arma di incursione e di difesa; a Napoli, pure modo per colorire i concetti, sottolineare espressioni, riscattare stereotipi e reinventare il modo d’esprimersi; o lazzo, sberleffo, caricatura e forzatura, attingendo a quanto di nascosto c’è nel nostro corpo e nelle sue funzioni per renderle oggetto di divertimento. In ciò questa città rifulge per vere gemme del “parlare grasso”, tramandate da modi di dire e produzioni letterarie dal ’500 ad oggi, anche di alto livello. Si pensi, per tutti, e sono tanti, a Filippo Sgruttendio fino ad arrivare al recente Inferno della poesia napoletana di Angelo Manna e a quello, recentissimo, avente lo stesso titolo, di Federico Salvatore.
Seconda puntata de "Il turpiloquio in pillole", con l'esperto linguista Luciano Galassi. Si parla, stavolta, di un'interiezione-invito atta a mandare qualcuno a quel paese, al diavolo, all’inferno, alla malora. Tratto dal saggio "Tomo tomo, cacchio cacchio. L'estrosità delle trasgressioni linguistiche napoletane", di L. Galassi. Un'occasione da non perdere per raggiungere una nuova consapevolezza dell'uso della mala parola!
Oggi parleremo di un protagonista della vivacità verbale, di cui i primi esempi letterari certificati sono di tutto rispetto e risalgono al ’500 (Pietro Aretino, Niccolò Machiavelli, Giordano Bruno) per poi proseguire con Giacomo Leopardi, Giuseppe Giusti, Cesare Pavese, Vasco Pratolini; tuttavia, è a Napoli che se ne è fatto un uso così massiccio da influenzare il resto dello Stivale.
Quarta puntata de "Il turpiloquio in pillole", l'esilarante e pregiato appuntamento con l'esperto linguista Luciano Galassi.
Con garbo ed eleganza, Luciano Galassi ci spiegherà il significato di un'espressione che si pronuncia per mettere a posto chi crede di poterci schernire, diminuire, col suo sorriso di superiorità o di canzonatura.
Gino Curcione interpreta un estratto del libro di Lucio Galassi durante la presentazione presso la libreria IoCiSto di Napoli.